Stagione burrascosa con un lieto fine

giovedì 17 aprile 2014

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I piani per il ritorno nella massima serie nella Wipptal erano certo diversi. Già i preparativi per la stagione 2013/14 erano piuttosto travagliati, visti i forfait di Alleghe e Pontebba e la “emigrazione” dell’HC Bolzano verso la EBEL. Un regolamento votato a fine aprile dalla maggioranza delle società con ciò venne buttato alle ortiche e le trattative per trovare un nuovo compromesso sulle regole per i giocatori con transfer card si protrassero fino agli inizi di settembre.

Ancora oggi il presidente Simone Bressan si lamenta per la travagliata estate 2013: “In quelle condizioni era difficilissimo pianificare la stagione e convincere gli sponsor.”

Dalla guida del nuovo capo allenatore Zdenek Travnicek ci si aspettavano nuovi impulsi ed una continuazione incondizionata della politica societaria adottata finora. Comunque ad attirare l’attenzione prima di tutto fu il suo modo di gestire lo spogliatoio, quando fece chiaro che non avrebbe fatto prigionieri cacciando subito Šterbak e Klouda. Mentre Roman Erat, arrivato come sostituto per Klouda, si rivelò essere un vero colpo di fortuna, in difesa il successo si fece attendere. Anche Snopek non seppe convincere e dovette andarsene dopo la quarta partita di campionato. A metà ottobre venne ingaggiato al suo posto lo statunitense Louis Liotti. Oltre a ciò, anche la collaborazione tra l’assistente allenatore Alex Gschliesser e Travnicek era difficile, e per questo Gschliesser si ritirò dal suo ruolo con la prima squadra per concentrarsi sul lavoro con le giovanili.

Dopo una buona partenza ed un temporaneo quarto posto in classifica, la squadra ambiva a raggiungere le semifinali di Coppa Italia, e si credeva di essere riusciti a risolvere i problemi iniziali. Ad inizio novembre però il treno dei Broncos deragliò di nuovo e questa volta per bene. Il contratto con l’estremamente talentuoso, ma altrettanto eccentrico italocanadese Michael Catenacci venne sciolto di comune accordo ed ebbe inizio una striscia negativa che sarebbe durata fino a Capodanno del 2014. Nel frattempo era stato ingaggiato un rinforzo anche sulla posizione del portiere, e Joni Myllykoski andò a sostituire Corsi tra i pali.

La tanto attesa vittoria ottenuta a Cortina il primo gennaio 2014 comunque non portò il cambiamento sperato e le due vittorie contro Fassa e Valpellice si rivelarono essere un fuoco di paglia. Justin Taylor, ingaggiato come sostituto per Catenacci, era fuori forma, e da Derek Lee e Christopher Knowlton non si poteva aspettare che sarebbero diventati dei veri go-to-guys, in quanto erano stati aggiunti come supplementi per allungare la panchina. Proprio quando si trattava di mantenere in vita la chance di raggiungere il quinto posto in classifica, seguirono delle deludenti prestazioni contro Milano, Val Pusteria, Cortina ed Asiago, e la dirigenza sportiva si vide costretta ad esonerare Travnicek.

Mitch Pohl prese in mano il timone come headcoach e Gschliesser ritornò in veste di assistente. I due per quattodici giorni ebbero da affrontare un programma quasi impossibile, reso ancora più impegnativo per il capo dei BroncosJunior ad inizio febbraio, quando Gschliesser era impegnato con la nazionale under 18. Come se non bastasse, i Broncos cominciarono anche ad essere perseguitati dagli infortuni. A fine gennaio Taylor subì un grave infortunio al ginocchio ed il suo intermezzo nella Wipptal era terminato prima di essere iniziato davvero.

Il piano iniziale di lasciare il timone nella mano di Mitch Pohl fino al termine della stagione ben presto si rivelò irrealizzabile, in quanto non era possibile trovare un sostituto all’altezza per le giovanili, e di conseguenza durante la pausa campionato si decise che si doveva ingaggiare un nuovo capo allenatore. La ricerca di un nuovo headcoach per la prima squadra non durò molto: Il bavarese Axel Kammerer, nato a Bad Tölz, accettò l’ingaggio come “pompiere” per salvare il salvabile.

Sulle basi del lavoro iniziato da Mitch Pohl ed Alex Gschliesser, Kammerer riuscì a dare nuova motivazione alla squadra e di invertire la rotta che fino a quel punto era indirizzata verso il basso. Il punto di svolta fu la vittoria per 7-3 ottanuta nella trasferta a Torre Pellice a sei giornate dalla fine; questa vittoria segnò anche il ritorno in forma di un Myllykoski che fino a quel punto era rimasto piuttosto opaco. Gli stalloni vinsero quattro delle ultime sei partite e con rinata confidenza marciarono verso i playoff, dove con l’HC Milano Rossoblu aspettava un avversario molto difficile.

Dopo una bella vittoria per 4-1 in gara uno a Milano, in cui Myllykoski parò la bellezza di 67 tiri, seguì un 4-3 combattuto alla Weihenstephan Arena. Gli stalloni si dovettero arrendere ancora una volta per 0-4 in trasferta, ma grazie ad un convincente 5-2 ottenuto tra le mura amiche riuscirono a timbrare il biglietto per la seconda fase delle qualificazioni per la semifinale.

In questa seconda fase i Campioni d’Italia in carica dell’HC Asiago erano gli avversari dei Wipptaler, i quali riuscirono a mantenere aperta gara uno fino a pochi minuti dalla fine prima che l’Asiago vincesse per 6-3. I campioni comunque erano avvertiti e gli stalloni erano decisi di pareggiare i conti alla Weihenstephan Arena. In una partita emozionante ed avvincente il risultato parziale dopo 40 minuti era di 0-0 prima che Ludvík e Pircher lo portassero sul 2-0 mandando in delirio i tifosi biancoblu. Negli ultimi tre minuti e mezzo comunque gli stalloni si fecero strappare la partita dalle loro mani e dopo 3:14 minuti di overtime la stagione dei Broncos era giunta al termine.

Le due interminabili striscie negative misero a nudo i punti deboli della squadra, ma anche gli errori commessi a livello dirigenziale. Il presidente Simone Bressan analizza così la stagione passata: “La squadra forse ha pagato oltremisura lo svantaggio fisico in difesa, e poi nelle numerose partite perse con uno o due gol di scarto ci sono mancate freddezza ed esperienza a questo livello. Inoltre troppi ingaggi non hanno reso secondo le aspettative per vari motivi che per la maggior parte non erano prevedibili. Assieme al rapporto sempre più difficile tra squadra ed allenatore, l’andirivieni di giocatori aumentò ulteriormente la confusione all’interno dello spogliatoio, e tutto questo in un momento in cui la squadra aveva bisogno sopratutto di calma e di sostegno. Qui avremmo sicuramente dovuto agire prima.”

Comunque dice anche che il destino non era segnato dall’inizio: “Ci siamo informati in maniera estremamente meticolosa e dettagliata su tutti gli ingaggi. C’è da dire comunque che il budget non permetteva grandi passi e di conseguenza qualche rischio lo si doveva correre con la piena consapevolezza di non avere certezze, ma comunque si credeva che questi rischi sarebbero stati calcolabili. Purtroppo anche queste ‘scommesse’ le abbaimo perse tutte ed il resto è storia.”

In ogni caso non si devono dimenticare i lati positivi, dice il direttore sportivo Egon Gschnitzer: “Da stagioni così difficili si impara di più. Questo vale sia per noi come direttivo come anche per la squadra. La lezione più importante è che informazioni dettagliate dalle fonti più diverse sono sempre essenziali, ma allo stesso momento non dipingono mai tutta la situazione nella sua interità. Proprio per il fatto che non si sa mai come le informazioni dall’esterno vanno tradotte alla nostra situazione, ognitanto ci si deve fidare di più del proprio istinto, il quale spesso indica la strada giusta. E quest’anno ognitanto c’era qualche intuizione che alla fine purtroppo si è rivelata essere più corretta delle tante informazioni.”

“Per quanto riguarda i giocatori nostrani hanno fatto tante esperienze molto importanti. La lezione più importante per loro è sicuramente quella che gli errori individuali vengono puniti senza pietà. L’hockey su ghiaccio a questo livello è una passeggiata sul filo del rasoio, nella quale ci si deve avvicinare ai propri limiti con il massimo della grinta. Allo stesso tempo però è altrettanto importante mantenere la calma e di badare sempre al gioco semplice ed alla sicurezza. La cosa più importante in assoluto però è il fatto che i nostri ragazzi alla fine hanno dato ancora una volta una prova del loro incredibile carattere, portando l’Asiago all’orlo dell’eliminazione.”

Ancora una volta le previsioni sono difficili, ma il presidente Simone Bressan è ottimista: “Attorno al nostro campionato ancora una volta regna l’incertezza, ma speriamo di avere più chiarezza già ad inizio giugno dopo le elezioni federali, e di poter innescare il tanto atteso rilancio dell’hockey italiano. La nostra situazione economica non è facile, ma cercheremo di fare dalla necessità una virtù e comunque siamo convinti di poter ripartire con Axel dal punto in cui abbiamo lasciato quest’anno. Speriamo che il nostro pubblico ci segui, da parte nostra cercheremo di far rinascere la passione per i Broncos e speriamo di poter contare sul sostegno dei nostri appassionati, magari anche con un gruppo di tifosi che possa riempire la Weihenstephan Arena con vita e con l’atmosfera delle grandi occasioni.”

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